La bonifica

Espressione della tenacia e del duro lavoro dell’uomo l’attività di bonifica delle zone paludose create nei secoli dal fiume Secchia impegnò a più riprese le popolazioni della bassa modenese e reggiana. Primi fra tutti i Romani che per primi tracciarono il percorso del canale Parmigiana – Moglia. L’impaludamento dell’alto medioevo fu affrontato dai Benedettini o da feudatari come i Bentivoglio di Gualtieri, che disciplinarono il corso del Tresinaro e del Secchia per rendere regolare il loro corso verso il Po. Tra fine ‘800 ed inizi ‘900 le paludi avevano però ripreso il sopravvento e permasero fino agli anni ’20 anni in cui nuove tecnologie permisero di iniziare i grandi lavori di bonifica. Tali lavori indussero grandi cambiamenti nel paesaggio dalle quattro valli carpigiane dove non si produceva nulla se non foraggio per gli animali, pioppi e salici, mentre le paludi di Fontana crescevano albarète, canneti e crescione d’acqua. Erano valli disabitate, povere, malsane e male irrigate. Nel 1910 si costituì il Consorzio di bonifica dell’Agro modenese – reggiano mentre il progetto fu definito del 1918. Vennero costruite nuove, grandi macchine per il drenaggio dell’acqua e nuovi impianti di produzione di energia elettrica per farli funzionare. Il paesaggio mutò radicalmente, vennero aperti nuovi canali d’irrigazione e nuovi canali di scolo, vennero messe a dimora nuove colture ed con la disponibilità di nuove terre coltivabili migliorò la qualità della vita di ampie zone della bassa.