Mandati di cattura

Mandati di cattura

Nel corso del 1816 il Governatore della città e Provincia di Modena marchese Coccapani invia, per mezzo del suo Cancelliere Manni, al Comandante la Piazza di Rubiera numerose richieste di arresto di vari individui, accusati, sospettati o già condannati per vari reati. Questa è la formula di rito ricorrente:

“Interessante l’arresto dell’individuo descritto nella tabella qui a tergo, con la presente invito la di lei compiacenza a dare gli ordini i più efficaci per lo scoprimento e fermo del suddetto, nel caso trovasi a capitare o capitasse nel circondario di questo comune, ed in attenzione di esserne informato solo nel caso di buon successo, passo a contestarle la mia distinta stima”. Doc. 1.

Gli identikit descrivono il ricercato con i dati anagrafici: un cognome, un nome e il soprannome, molto in uso nel passato, la paternità, la patria e la professione, i cosiddetti contrassegni personali sono definiti dall’età, dalla statura, dai capelli, dalla fronte, dalle ciglia, dagli occhi, dal naso, dalla bocca, dalla barba, dal mento, dal viso, dal colore e da marche particolari.
Segue poi il titolo per cui viene chiesto l’arresto: ci sono evasi dalle carceri, molti arrestati per furto di denaro e di effetti e oggetti, come posate d’argento. Una donna è ricercata per essere fuggita dalla propria casa senza motivo abbandonando il marito e i figli; un soldato di origine peruviana è fuggito e ha disertato dal quartiere militare del deposito del reggimento in Cremona; un uomo è fuggito con una donna e poco più sotto la stessa donna è ricercata per essere fuggita con quello stesso uomo.
Si cerca anche un altro uomo accusato di uno stupro violento.

Per quanto riguarda i vestiti dei ricercati essi sono in genere descritti in modo molto dettagliato, vediamo qualche esempio:

“Vestito di giacchetta di lana colore turchese, una giacchetta di panno blu, gilet di bombace  rigato bianco e rosso, braghe lunghe rigate bianco, taschino, fazzoletto al collo — moscato a vari colori e cappellino di feltro nero”.

“Veste una giacchetta da colore scuro di filo lana, gilè rigato bianco e giallo, pantaloni lunghi rigati bianco e turchino, con calze rosse e cappello in testa.”

“Veste un gilet di tela bianca, giacchetta e calzoni di cangiante nero e giallo scuro, calze con scarpe e beretta bianca in capo.”

Nella descrizione dell’abbigliamento del ricercato Bergonzini Luigi il problema della descrizione dei vestiti non si pone poiché si dichiara che fuggì nudo.
(MC Bergonzini Zacchieri 2).

Un altro “Veste ordinariamente con giubbetto corto turchino con calzoni bianchi, scarpe allacciate con cordella e piccola capellina in testa”. Questo “ordinariamente” significa che costui, come tutti gli altri erano vestiti sempre con gli stessi capi d’abbigliamento.
(MC Romani 2).

Un fanciullo di 13 anni Luigi Modonini Zagni veste in questo modo: “Gabano bianco di mezza lana, capellina rigata e beretta in testa con cutturni  e due calzoni scuri”. Si è allontanato da casa e non vi è più tornato. Probabilmente si è perso. Lavora già come lardarolo, salumiere e macellaio.
(MC Zagni 13enne perso 1 e 2)

“Vestito di giacchetto di lana color berettino, gilè pure di lana fondo verde con righi neri in traverso color rossiccio, calze e scarpe di vitello in piedi, allacciate con fetucce color marone ed avente in testa una lunetta di reffe  bianco.”  (MC Magnanini Lazzaretti 2).

“Veste con gabanno di panno berettino  chiaro di da militare, giachetta di mezza lana verde con righi neri. Camisotto di tela canepa grossa e  lana” (MC Magnanini Lazzaretti 2).

Il 24 giugno 1816, Anna Zoboli in Bacchelli, omonima di una vittima di uno stupro nel luglio dell’anno precedente e di cui riportiamo la denuncia nella vetrina precedente, fugge di casa precipitosamente senza motivo abbandonando marito e figli, “vestita con un grembiale tela canapa bianco, stanella  rigata turchino, senza busto, capello di paglia nera, scalza, fuggita per fame”.
(MC Anna Zoboli)

Un soldato leggiadro.
Viene denunciata la diserzione da un Deposito militare del reggimento  Merville di stanza a Cremona di un soldato di origine peruviana, di 26 anni “veste un pajo di pantaloni di tela bianca, un cappotto militare con scarpini…parla molto bene il francese, l’italiano con accento francese, cammina con leggiadria”
(MC Turrigerai)

I capelli di alcuni ricercati.
“Porta i capelli tagliati ma un poco lunghi”, un altro ha la coda dei capelli lunga, un altro “è consueto a non tenere fazzoletto al collo…e alle volte  una bustella”, cioè un cappellino in testa.

Da Pinzolo nell’attuale provincia di Trento si cercano due arrotini accusati di un furto di una consistente somma di denaro, che si pensa si siano rifugiati nei territori estensi. Chi li dovesse vedere deve sorvegliarli e scoprire se posseggono molto denaro. Il furto descritto in un allegato comprende molti conii diversi. Questo aspetto della vicenda ci informa che esistevano contemporaneamente sul territorio italiano diverse monete: la refurtiva consiste in Doppie di Genova, in Gigliati da zecchini, in Quadruple di Spagna da sedici Pezzette d’oro l’una, in Imperiali doppi, in Zecchini di Venezia, in una Papalina, in Talleri di Baviera, in molte Sovrane di diversi conii. Inoltre è stata sottratta una borsa di pelle di gatto e dei Fiorini. E ancora dei gioielli, un anello d’oro con crocefisso e due santi usato come timbro per la ceralacca, detto anello da sposalizio. Inoltre Carantani di rame, moneta veneziana pari ad un soldo o un sessantesimo di Fiorino, Napoleoni d’argento, dei Luigi d’oro ed un Crocione.